Differenza tra imposta di successione e in autoliquidazione
Vediamo quale patrimonio colpisce l’ imposta di successione e quale invece le imposte in autoliquidazione
Vediamo quale patrimonio colpisce l’ imposta di successione e quale invece le imposte in autoliquidazione
L’ imposta di successione colpisce l’ intero patrimonio del de cuius (a parte quei beni esentati dalla normativa), mentre le imposte in autoliquidazione (imposta ipotecaria e imposta catastale, più altre piccole imposte) vanno a colpire solo i beni immobili (terreni e fabbricati). In questo articolo cercherò di spiegarvi meglio il concetto.
Articolo scritto dal Geometra Pino Caddeo
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Ultimo aggiornamento: Mercoledì Giugno 15, 2022 14:19
Confondere l’ imposta di successione con le imposte in autoliquidazione può capitare spesso soprattutto tra quelle persone che non si occupano abitualmente di dichiarazioni di successione.
Per tale motivo ho pensato di scrivere questo articolo dedicato al’ imposta di successione.
Partiamo col dire che tutte le imposte vanno a colpire la ricchezza di un cittadino. In poche parole al’ aumentare della ricchezza di un individuo aumenta anche il prelievo fiscale. Un esempio può essere l’ IRPEF. Più una persona guadagna e più va a pagare.
Molto spesso non facciamo differenza tra imposte e tasse, ma in realtà le differenze ci sono, ma non andremo in questo articolo ad esaminarle.
Anche l’ imposta di successione, come tutte le imposte, va a colpire l’ arricchimento conseguito da un determinato individuo. L’ arricchimento nel caso di una successione deriva dal trasferimento, o passaggio, dei beni del de cuius ai suoi eredi.
Con la morte di una persona succede dunque che i suoi beni e le sue ricchezze passano ai suoi eredi i quali pertanto vanno ad aumentare il proprio patrimonio. Lo Stato pertanto pretende che il cittadino arricchito dia un contributo in denaro e che paghi dunque un’ imposta. Per l’ appunto l’ imposta di successione. In più abbiamo anche le imposte in autoliquidazione. Vedremo più avanti cosa sono queste imposte in autoliquidazione.
Andiamo ad analizzare brevemente l’ imposta di successione per capire su cosa va a incidere.
L’ imposta di successione:
Fin’ ora le abbiamo chiamate imposte in autoliquidazione senza specificare i loro nomi. Andiamo adesso a vedere un pò più da vicino questo genere d’ imposte.
Quali sono queste imposte? Faccio un piccolo elenco
Finalmente le abbiamo svelate :-)
Quindi le imposte in autoliquidazione sono quelle che ho appena elencate sopra.
Sono sempre da pagare quando indichiarazione di successione ricadono dei beni immobili, fabbricati o terreni che siano.
Concentriamoci adesso un pò sul’ imposta di successione in vigore attualmente. Nel corso del tempo l’ imposta di successione ha subito svariate modifiche sia per quanto riguarda le aliquote e sia per quanto riguarda i cespiti colpiti.
Ritengo più utile parlare di ciò che è in vigore oggi e pertanto mi concentrerò maggiormente su ciò che prevede la normativa attuale.
Forse sarebbe meglio parlare di quando fu ripristinata giacchè questa imposta eisteva da tanti anni prima di oggi.
Fu abolita nel 2001 dal governo Berlusconi per poi essere reintrodotta nel 2006. In vigore esattamente dal 03 ottobre 2006. Quindi l’ imposta di successione attuale esiste dal 03 ottobre 2006.
L’ imposta si abbatte sul’ intero patrimonio del de cuius.
Il patrimonio del de cuius può essere formato da un attivo ereditario e a volte anche da un passivo.
La differenza tra l’ attivo e il passivo determinerà l’ imponibile sul quale calcolare l’ imposta. In questa pagina vedremo comunque che non sempre siamo in presenza di imposta di successione.
Soprattutto per quelle successioni dove gli eredi sono il coniuge, i figli e anche i fratelli del de cuius non sempre si versa l’ imposta di successione in quanto abbiamo una sorta di bonus o meglio franchigia sotto la quale cifra non si versa imposta.
Essendo che siamo in presenza di un’ imposta che colpisce l’ arricchimento di un determinato soggetto che va ad ereditare un valore, essa colpirà l’ intero patrimonio ereditato e quindi parliamo di beni immobili, liquidità, denaro, quote societarie e quant’ altro.
Alcuni beni godono tuttavia di esenzioni e agevolazioni. Ricordo ad esempio i titoli di Stato, fabbricati vincolati ecc.
Facciamo un breve elenco dei beni da dichiarare in successione:
Nelle successioni di cui normalmente mi occupo il cespite ereditario è formato quasi sempre da abitazioni, terreni agricoli, aree edificabili e liquidità (conti correnti, libretti di risparmio, titoli non esenti). Stiamo parlando pertanto di piccole successioni.
Attualmente le franchigie sono due di diverso valore a seconda di chi eredita. Una prevista per i figli e coniuge del de cuius e una per i fratelli.
Ovviamente abbiamo una franchigia maggiore per figli e coniuge e una minore per i fratelli.
Per figli e coniuge la franchigia arriva a 1.000.000 (unmilione) di euro per ogni erede, mentre per i fratelli si arriva a 100.000 (centomila euro) per ogni fratello che eredita .
Questo ci fa capire che coniuge e figli hanno maggiori tutele rispetto ai fratelli del de cuius.
Facciamo un piccolo esempio come al solito per capire meglio.
Supponiamo che il de cuius, con coniuge e due figli, lasci un patrimonio del valore dichiarato in successione di 600.000 euro.
In questo caso non avremo nessuna imposta di successione in quanto nessuno degli eredi arriva ad ereditare oltre il milione di euro.
Se lo stesso valore invece fosse ereditato da tre fratelli si avrebbe un’ imposta di successione sul di più di 300.000 (3 x 100.000) euro e quindi su 200.000 euro.
La franchigia esiste solo per il coniuge, figli e parenti in linea retta e i fratelli. Per tutti gli altri soggetti che vanno a ereditare non esiste nessuna franchigia e l’ imposta sarà applicata per intero sul valore ereditato da ognuno.
Esiste una condizione che può far aumentare, o comunque far godere di una franchigia fino a 1.500.000 euro (unmilionecinquecentomila) ed è prevista per quei soggetti che sono colpiti da handicap grave secondo la legge 104/92.
Come scritto sopra, quando presente, l’ imposta di successione può avere diverse aliquote (sono state previste dall’articolo 2, comma 48, del D.L. n. 262 del 2006.) che dipendono non dal valore ereditato ma dal grado di parentela col de cuius.
Le aliquote sono le seguenti:
L’ imposta di successione a differenza di quella ipotecaria e catastale non può essere autoliquidata, ossia non può essere versata prima della presentazione della dichiarazione di successione.
L’ imposta di successione viene calcolata direttamente dal’ agenzia delle entrate, una volta esaminata la dichiarazione di successione.
Una volta esaminata la dichiarazione di successione, da parte del’ agenzia delle entrate, se saremo in presenza d’ imposta di successione verrà inviata direttamente al domicilio degli eredi la busta contenente i calcoli e il modello F24 precompilato per poter effettuare il versamento.
La cifra calcolata e inviata per il pagamento sarà quella totale. Molto spesso l’ agenzia delle entrate invia la lettera contenente l’ f24 da versare ai diversi eredi.
Questo potrebbe far pensare che ognuno che abbia ricevuto l’ f24 debba fare il versamento per il pagamento del’ imposta ma non è cosi. L’ agenzia delle entrate non esegue i calcoli d’ imposta per ogni erede ma fa un calcolo globale del’ imposta.
E’ sufficiente pertanto pagare un F24 tra quelli ricevuti. Il versamento va fatto entro sessanta giorni dal ricevimento della lettera del’ agenzia delle entrate.
Se l’ imposta di successione supera i 1.000 euro è possibile chiedere la rateizzazione. Il 20% va comunque pagato entro sessanta giorni. La parte rimanente d’ imposta potrà essere pagata in otto rate trimestrali. Saranno dovuti gli interessi.
Per cui se volete rateizzare l’ imposta di successione, una volta che ricevete la busta da parte del’ agenzia delle entrate dovrete prendere contatti con l’ ufficio.
Ora andiamo a vedere come calcolare correttamente le imposte di successione. Vedremo un esempio dove ci saranno da versare sia le imposte in autoliquidazione (ipotecaria e catastale) e sia l’ imposta di successione.
Credo che ora abbiate chiaro la differenza tra le imposte in autoliquidazione e imposta di successione.
Se cosi non fosse lasciatemi i vostri commenti sotto. Cercherò di rispondervi nel più breve tempo possibile.
In questo esempio ci concentreremo solamente sui calcoli e quindi non andremo a vedere tutte le operazioni preliminari che si dovranno compiere per compilare correttamente la dichiarazione di successione.
Mi riferisco alle operazioni di verifica, quali: verifiche catastali, atti di provenienza, intestazioni in catasto e quant’ altro, per poter procedere serenamente alla compilazione della dichiarazione. Qui faremo solamente i calcoli delle imposte.
Abbiamo visto sopra che le imposte in autoliquidazione, quindi ipotecaria e catastale vanno a colpire i beni immobili e tralasciano la parte liquida del patrimonio. In questo caso, pertanto incideranno sulla villetta del valore di 500.000 euro.
Vediamo sotto una tabella riassuntiva del calcolo delle imposte in autoliquidazione.
Valore villetta | Imposta ipotecaria | Imposta catastale | Totale imposte |
€ 500.000 | 2% = € 10.000 | 1% = € 5.000 | € 15.000 |
A queste imposte dovremo aggiungere 85 euro per imposta di bollo, 90 euro per tassa ipotecaria e 30,99 per tributi speciali.
Ancora dovremo aggiungere circa 48 euro per la richiesta del’ attestazione da portare in banca per lo sblocco delle liquidità.
La cifra totale sarà pertanto di 15.254 euro circa, da dividere per tre. La cifra verrà prelevata direttamente dal conto corrente del dichiarante.
Ora andiamo a vedere cosa succede per quanto riguarda l’ imposta di successione.
Dai dati che vediamo capiamo subito che in questa dichiarazione avremo oltre alle imposte in autoliquidazione anche imposta di successione.
Perché? Che ragionamento dobbiamo fare? Dobbiamo fare dei calcoli? Anche…però siamo in grado di dire che in questa dichiarazione abbiamo imposta di successione in quanto c’ è la presenza di un nipote in linea collaterale il quale non gode di franchigia per cui sconterà sicuramente l’ imposta di successione, qualsiasi sia il valore eredtato…ok?
Adesso facciamo i calcoli.
Abbiamo un valore totale di 900.000 euro. Il patrimonio sarà da dividere per tre, per cui ognuno riceverà un valore di 300.000 euro.
Sopra abbiamo visto che per quanto riguarda le imposte in autoliquidazione la cifra sarà da dividersi per tre. Nel caso del’ imposta di successione sarà la stessa cosa? Certo che no!
I fratelli usufruiscono della franchigia di 100.000 euro ognuno per cui pagheranno le imposte sul di più di 100.000 e quindi su 200.000 (anzi…qualcosina in più. Lo vedremo tra poco con i calcoli esatti).
Ti ricordo che questi calcoli li farà l’ agenzia delle entrate e non noi, ma è bene sempre sapere più o meno quanto dobbiamo aspettarci, anche perché mi è capitato qualche volta di vedere arrivare F24 con importi maggiori del dovuto.
Se conosciamo la cifra che dobbiamo versare, nel caso ci arrivi qualcosa di esageratamente diverso possiamo renderci conto subito del’ errore.
Valore ereditato immobili | Valore eriditato liquidità | Totale | Franchigia | Il di più sulla franchigia | |
Mario | € 166.667 | € 133.333 | € 300.000 | € 100.000 | € 200.000 |
Antonio | € 166.667 | € 133.333 | € 300.000 | € 100.000 | € 200.000 |
Lucio | € 166.667 | € 133.333 | € 300.000 | € 0 | € 300.000 |
Cosa abbiamo fatto in poche parole nella tabella precedente?
Abbiamo diviso per tre (1/3 in questo caso è la quota che spetta ciascuno) il valore della villetta che era di 500.000 e per tre anche il valore del conto corrente.
La somma torna giusta a 300.000 euro.
Abbiamo detto che per i due fratelli c’ è la franchigia di 100.000 euro, per cui loro pagheranno le imposte (6%) sul di più di 100.000 euro, ossia 200.000 euro, mentre il nipote in linea collaterale che non ha franchigia pagherà imposte (sempre 6%) sul valore intero che ha ereditato.
Ma sarà veramente cosi come ho scritto? :-)
In realtà non è esattamente cosi perché l’ agenzia delle entrate aggiunge qualcosina a queste cifre.
Si tratta della presunzione del 10% (art.9 T.U.)
Ma cos’ è questo 10% di presunzione?
L’ agenzia delle entrate fa un semplice ragionamento. Presuppone che nel patrimonio del de cuius potessero rientrare anche altri beni, quali denaro liquido, mobilia e quant’ altro e che in pratica non è necessario dichiarare in successione.
Per cui rispetto a quanto dichiarato in successione applica una maggiorazione del 10%. E’ possibile chiedere che la presunzione non venga applicata ma in tal caso sarà necessario stilare un inventario dove si dimostra che in realtà il valore non inserito in successione era inferiore del 10% . Alla fine però nella maggioranza dei casi credo convenga lasciare la presunzione calcolata dal’ agenzia delle entrate.
Vediamo i calcoli esatti del’ imposta di successione
il di più sulla franchigia | Presunzione 10% | Totale | Imposta successione 6% | |
Mario | € 200.000 | € 20.000 | € 220.000 | € 13.200 |
Antonio | € 200.000 | € 20.000 | € 220.000 | € 13.200 |
Lucio | € 300.000 | € 30.000 | € 330.000 | € 19.800 |
I due fratelli, Mario e Antonio, che godono di franchigia in pratica avranno uno sconto sul’ imposta di successione, mentre Lucio, nipote in linea collaterale sconterà per intero l’ imposta di successione.
Eccoci arrivati alla fine di questo articolo dove ho cercato di spiegare le differenze tra le imposte in autoliquidazione e l’ imposta di successione. Inoltre abbiamo anche visto come fare i vari calcoli per sapere a priori quanto ci si possa aspettare come imposta di successione.
Come vi ho scritto sopra è importante conoscere in anticipo si pagherà come imposta, sia per non avere sorprese e sia perchè nel caso di qualche errore da parte del’ agenzia delle entrate sarete in grado di controbattere.
Per esperienza qualche volta mi è capitato di vedere dei calcoli sbagliati. Per questo motivo mando sempre ai miei committenti che mi affidano l’ incarico per redigere la successione i calcoli completi riguardanti imposte in autoliquidazione e di successione. Inoltre invio sempre anche i calcoli relativi per ogni erede in modo che ognuno sappia quanto deve pagare.
Se avete dei dubbi su questo articolo potete lasciare un commento sotto e vi risponderò prima possibile.
Se invece siete interessati al servizio dedicato alle successioni (attivo in tutta Italia) potete chiamarmi allo 0785/387704 oppure 339/3600206.
Eventualmente potete anche affidare l’ incarico compilando il nuovo modulo online che vi guida nel’ inserimento dei dati a me necessari per poter predisporre la dichiarazione di successione. In tal caso vi verrà chiesta la registrazione per poter richiedere il servizio successioni.
Ti ringrazio!
Pino Caddeo
Si. L’ imposta di successione si può rateizzare.
Questa è un’ altra differenza che c’ è con le imposte in autoliquidazione, le quali invce non possono essere rateizzate.
Per poter richiedere la rateizzazione è necessario che l’ importo da versare superi i mille (1.000) euro.
E’ prevista una rateizzazione in otto rate trimestrali previo versamento del 20% subito.
L’ imposta di successione, come abbiamo già visto viene liquidata dal’ Agenzia delle entrate.
L’ ufficio una volta ricevuta la dichiarazione verificherà la presenza o meno del’ imposta di successione.
Nel caso vi sia imposta di successione da pagare provvederà a inviare al soggetto, o ai soggetti interessati apposita comunicazione e modello F24 per poter effettuare il versamento del dovuto.
L’ imposta dovrà essere versata entro sessanta (60) giorni dal ricevimento.
Il pagamento è in solido, per cui è sufficiente che anche solo uno degli interessati effettui il versamento, questo naturalmente se vi sono più soggetti eredi.
Essendo un’ imposta che va a colpire l’ arricchimento effettivo degli eredi è naturale che bisognerà tener conto del valore che effettivamente si eredita, per cui nel caso vi siano delle passività possono essere decurtate dal’ asse ereditario.
La base imponibile pertanto sarà determinata tenendo conto di eventuali passività.
Vediamo quali passività possiamo inserire in successione.
Tutte le passività inserite nella dichiarazione dovranno essere corredate di apposita documentazione certificata che ne attesti l’ esistenza.
Per evitare che l’ imposta di successione possa colpire lo stesso patrimonio in un periodo molto ravviccinato sono presenti delle riduzioni applicabili in determinati casi.
Questo è previsto nel’ articolo 25 del testo unico delle successioni n° 346 del 31/10/1990.
Per dirla in maniera semplice questo articolo di legge prevede che, se lo stesso patrimonio, o comunque dei beni vengano inseriti in successioni in un lasso di tempo molto ristretto possano essere applicate delle riduzioni al’ imposta.
Questo lasso di tempo viene stabilito in cinque anni e per ogni anno c’ è una determinata percentuale che è inversamente proporzionale al tempo trascorso.
In pratica più le dichiarazioni di successione sono ravvicinate tra loro e più alta sarà la riduzione.
Faccio un esempio:
Si apre la successione nel maggio del 2022 a favore di Caio e viene pagata un’ imposta di successione di 10.000 euro. A Novembre, sempre del 2022 Caio Muore e eredita Sempronio che eredita gli stessi beni già dichiarati precedentemente. Sempronio non pagherà 10.000 euro ma la metà, ossia 5.000 euro.
La tabella delle riduzioni è la seguente:
Anni di distanza fra le successioni | Riduzione d’ imposta |
1 | 50% |
2 | 40% |
3 | 30% |
4 | 20% |
5 | 10% |
Quindi, come vedi, più le dichiarazioni di successioni sono ravvicinate fra loro e più alta sarà la riduzione.
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Ho letto con interesse l’articolo, molto chiaro ed esauriente. Mi è sorto un dubbio relativo alla presunzione del 10%, la cui ragion d’essere è che l’Aganzia delle entrate suppone che nel patrimonio del de cuius potessero rientrare anche altri beni, quali denaro liquido, mobilia e quant’altro. Viene applicata anche se si è legatari di immobili certamente privi di beni mobili del de cuius, ad es. un box auto o un appartamento il cui arredamento è di proprietà dell’inquilino?
Chiarisco che il caso mi interessa in astratto.
Grazie in anticipo
Salve Attilio
Che io sappia, la presunzione va sempre applicata in questi casi. D’altronde chi può dire che nel box auto non sia conservato del denaro, o che ci sia una cassaforte con dei gioielli? Non lo sapiamo. Ad ogni modo si può ricorrere contro la presunzione del 10% tramite redazione di un inventario analitico secondo regole ben precise. Richiesta autorizzazione al tribunale ecc. ecc.