Il quadro EB
Il quadro EB è dedicato all’ attivo ereditario, relativamente ai terreni. In questo quadro rientrano anche i fabbricati in corso di costruzione, non ancora censiti al catasto urbano. Il precedente modello 4 riservava, per tutti i beni immobili, un singolo quadro e più precisamente il B1. Vi ricordo, che il vecchio modello 4, potrà, ancora essere utilizzato solamente per l’ anno 2017.
Ora invece abbiamo il quadro EB, dove andremo a inserire i terreni e il quadro EC dedicato ai fabbricati. Entrambi i quadri, consentono l’ inserimento di n° due immobili. Il nuovo modello telematico richiede una serie di dati per ogni immobile inserito.
Rispetto al vecchio modello 4, i dati da inserire sono molti di più e quindi a compilazione del quadro EB, richiederà particolare attenzione. Una differenza lampante rispetto al modello precedente, è rappresentata dalla sezione “Devoluzione”. All’ interno di questa sezione, dovremmo specificare come si devolve l’ eredità. In particolare dovremo specificare l’ erede a cui si devolve il bene e la relativa quota. Andando più avanti nella pagina vedremo come inserire i vari dati.
Il quadro EB, si divide in due sottosezioni, che non sono altro che le aree dove inserire i dati relativi ai terreni. Quindi in ogni pagina potremo inserire al massimo due beni immobili. Vediamole di seguito.
La sezione EB 1
1 – Provincia
Il primo dato da inserire sarà quello relativo alla “provincia” in cui ricade il terreno da inserire in successione. Qui andremo a inserire la sigla.
2 – Comune amministrativo
In secondo luogo, andiamo a digitare il comune amministrativo. Nel nostro esempio sarà Roma. Per comune amministrativo si intende il comune, al quale si pagano i tributi locali relativi al bene inserito in successione. In particolari casi, abbastanza rari devo dire, può succedere che il comune amministrativo non corrisponda a quello presente sulla visura catastale.
In particolare questo caso si può presentare quando vengono costituiti nuovi comuni, o quando ci siano delle nuove delimitazioni nei confini. In tal caso, dovremo fare attenzione ai dati da inserire. Sotto vi farò un esempio.
3 – Codice comune
Il terzo campo sarà quello relativo al codice comune. Normalmente è formato da un codice alfanumerico composto da quattro caratteri. In alcuni casi può essere composto da cinque caratteri. Questo succede quando il comune è diviso in sezioni, come nel nostro esempio. Guardate l’ immagine sotto riportata. Vedrete che il codice comune è formato da cinque caratteri. L’ ultimo (A) rappresenta la sezione.
Sempre facendo riferimento al campo “comune amministrativo” e “codice comune” si può presentare un caso, che potrebbe farci venire qualche dubbio nella compilazione dei campi. Questo può succedere quando si costituiscono nuovi comuni, o quando variano i limiti amministrativi. Sono casi rari, però è sempre meglio sapere come comportarsi anche in questi casi sporadici.
Facciamo subito un esempio per chiarire il concetto. Supponiamo che tra il comune di Roma e quello di Fonte Nuova, si decida che quest’ ultimo comune ampli i propri limiti amministrativi, andando ad inglobare dei territori appartenenti al comune di Roma. Quindi un territorio, che prima si trovava nel comune di Roma andrà a fare parte de comune di Fonte Nuova. E supponiamo anche che il de cuius avesse dei terreni proprio in questo territorio. Il problema nasce dal fatto che l’ aggiornamento catastale non avviene immediatamente.
Per cui se noi andiamo a fare una visura catastale dei terreni, benché, il nuovo comune amministrativo sia quello di Fonte Nuova, il catasto continua ad indicarceli come appartenenti al comune di Roma. Allora noi in successione che dati dobbiamo inserire a livello di comune amministrativo e codice comune? Giustamente potrebbe venirci qualche dubbio…
In questo caso dobbiamo procedere in questo modo: Come comune amministrativo dobbiamo inserire quello che, al momento della presentazione della successione, amministra realmente il territorio, per cui facendo riferimento al nostro esempio, sarebbe il comune di Fonte Nuova. Come codice comune, invece dobbiamo inserire quello di Roma. Naturalmente il problema si pone solamente quando vi è discordanza tra comune amministrativo e comune catastale, ossia in quel lasso di tempo in cui la situazione catastale non è aggiornata. Dal momento che anche la situazione catastale viene aggiornata, il problema non sussisterà più.
Andiamo avanti andando a esaminare gli altri campi da inserire nel quadro EB.
4 – Via o Località
In questo campo andremo a inserire, a seconda dei casi la via o la località. Per quanto riguarda le aree edificabili inseriremo il numero del lotto, se individuato dal piano urbanistico.
5 – 6 – 7 Dati catastali
I campi che vanno dal n° 5 al n° 7 corrispondo agli identificativi catastali dei terreni. Sono dati, anche questi, che ricaveremo dalla visura catastale. Per cui nel campo n° 5 inseriremo il foglio; nel n° 6 la particella e nel numero 7 il subalterno (generalmente per i terreni non è presente).
8 – Natura
In questo campo andremo a inserire i codici natura, che identificheranno la tipologia del bene che stiamo inserendo nella dichiarazione di successione. I codici natura per i terreni sono svariati. Per i terreni il codice natura è “T”. Possiamo avere il codice natura “F” che rappresenta un bene futuro, il codice “EU” che significa ente urbano. Ancora abbiamo il codice natura “C” che identifica un fabbricato in corso di costruzione. Ve ne sono anche degli altri. Per visionare tutti i codici natura relativi ai terreni fai clik sull’ immagine sottostante.
Nel nostro esempio, abbiamo ipotizzato che in successione cadesse un terreno situato nel comune di Roma, per cui abbiamo inserito il codice natura corrispondente “T”. Aprendo l’ immagine sottostante, potrai vedere che nel campo n° 8 natura, abbiamo inserito il codice “T”, che identifica appunto un terreno.
9 – 10 – 11- 12 Superficie
I campi che vanno dal n° 9 al n° 11 sono attinenti alla superficie del terreno. La superficie viene espressa in ettari, are e centiare. Nel campo numero 9 inseriamo gli ettari, nel n° 10 le are e nel n° 11 le centiare.
Nel nostro esempio abbiamo ipotizzato una superficie di 1 ettaro preciso, per cui nel campo “ettari” abbiamo inserito il n° 1, mentre nei campi are e centiare ovviamente abbiamo inserito “00”. Può succedere a volte, che nello stesso terreno ci siano diverse colture e qualità (particella porzionata).
Ad esempio un terreno identificato con unico numero di particella, potrebbe essere costituito da due qualità di coltura, ognuna delle quali con un reddito dominicale e una propria superficie. In questo caso nel campo superficie, va inserita la sommatoria delle due superfici. Stessa cosa si dovrà fare con il reddito dominicale che andrà inserito nel campo n° 12.
13 – 14 Possesso del defunto
I campi 13 e 14 rappresentano la quota di possesso che aveva il de cuius, espressa sotto forma di frazione. Nel campo n° 13 inseriamo il numeratore e nel n° 14 inseriamo il denominatore. Ad esempio se la quota di possesso del de cuius era l’ intero, inseriremo un rapporto di 1/1. Se il de cuius possedeva la metà, andremo a inserire 1/2.
15 – Codice diritto
Il codice diritto rappresenta il diritto (scusate il gioco di parole) che il de cuius trasferisce ai propri diritti. Può essere, ad esempio la piena proprietà, la nuda proprietà, proprietà per l’ area ecc. ecc. I codici diritto sono svariati. Per vedere i vari codici diritto fai clik sull’ immagine sottostante.
Nel nostro esempio, abbiamo ipotizzato che il de cuius, avesse la piena proprietà, per cui abbiamo inserito nel campo 15 il codice numerico 1.
16 – Bene aziendale
Qualora il bene che cade in successione, faccia parte di un’ azienda e sia intestato al de cuius, sarà necessario barrare questo campo. Se si barra questo campo, dovrà, poi essere compilato anche il quadro EN al cui interno vanno indicate le aziende.
Immobile all’ estero
Nel caso che in successione cadano degli immobili situati al’ estero, sarà necessario compilare i campi appositi, nella sezione apposita “immobile all’ estero”. In questo caso svariati campi, visti fin’ ora in questa pagina non andranno compilati, oppure andranno inseriti altri valori. Benché il nostro semplice esempio non tratti questo caso vi faccio vedere un esempio di compilazione.
Fai clik sull’ immagine sottostante, per vedere l’ esempio di compilazione.
22 – Tipologia terreno
In questa casella andranno inseriti dei codici numerici, a seconda che il terreno sia edificabile, parzialmente edificabile o non edificabile. Nel caso che il terreno sia edificabile dovremo inserire il codice 1. Se il terreno è parzialmente edificabile inseriremo il codice 2 e infine se il terreno non è edificabile inseriremo il codice 3.
Nel nostro esempio, essendo che si tratta di un terreno agricolo non edificabile abbiamo inserito il codice 3.
23 – Valore
In questo campo andremo a inserire il valore del cespite che stiamo inserendo in successione. Il valore va arrotondato all’ unità di euro.
24 – discordanza dati intestatario
Può capitare a volte che ci siano delle discordanze nell’ intestazione catastale. Può capitare infatti che la situazione catastale non sia aggiornata, e che ad esempio il terreno non sia intestato correttamente al de cuius. La cosa può dipendere da svariati motivi, che non starò qui ad affrontare.
In questo caso andrà contrassegnata questa casella. Andrà anche compilato il quadro EI, dove si potranno fare le opportune dichiarazioni.
25 – Passaggi senza atti legali
I motivi per cui ci possono essere delle discordanze catastali possono essere diversi. Uno di questi potrebbe dipendere, ad esempio, dal fatto che il de cuius sia entrato in possesso del bene senza un titolo, ossia senza aver fatto il classico atto di compravendita presso il notaio.
Quindi si entra in possesso di un bene senza un atto legale. Si può entrare in possesso di un bene, con accordo verbale, con una scrittura privata ecc.
In questo caso avremo un passaggio senza un atto legale e, sempre in questo caso andrà contrassegnata questa casella. La voltura catastale successiva, verrà effettuata con un’ annotazione di riserva.
26 – Imposta versata all’ estero
Nel caso che sia stata versata imposta anche al’ estero, in questa casella andrà indicato il valore relativo. In questo caso andrà compilato anche il quadro EG.
Devoluzione
Il quadro EB prevede anche come si devolve l’ eredità. In poche parole, a differenza di prima, andiamo a specificare anche le quote che vanno ai vari eredi. Col vecchio sistema, che ricordo rimarrà ancora in auge sino a tutto il 2017, noi presentavamo la successione, ma non andavamo a specificare le quote devolute per legge. Le quote si andavano a precisare quando si presentava la voltura in catasto.
Col nuovo modello telematico, invece, possiamo volendo, presentare assieme alla dichiarazione di successione anche la voltura catastale. Per tale motivo il nuovo modello ci consente di inserire le quote che spettano ai vari soggetti, nonché i vari valori.
Prima di andare avanti vediamo il nostro esempio di compilazione.Per compilare la sezione “devoluzione”, dobbiamo innanzitutto, identificare i soggetti.
Abbiamo visto prima, che i soggetti interessati dall’ eredità, vengono inseriti nel quadro EA. Quindi, in pratica, per ogni bene che viene inserito nel quadro EB, (cosi come negli altri quadri che vedremo di seguito) dobbiamo anche specificare come si devolve.
Risulta quindi indispensabile individuare, nel modello telematico, e in particolare nei campi n° 27 (Rigo n°) e n° 28 (Mod. n°) in maniera precisa i vari soggetti. Quindi in pratica riconosciamo i nostri eredi, in maniera univoca attraverso questi due campi, che fanno riferimento al quadro EA, precedentemente compilato.
Vediamo i campi che ci interessano nell’ immagine sottostante.Quindi il soggetto è identificato attraverso il numero di rigo e numero di modulo del quadro EA.
Il quadro EA, ossia la parte del modello dove andiamo a inserire gli eredi, consente l’ inserimento di n° 3 soggetti. Superati i tre soggetti è necessario compilare un altro quadro EA, ossia un modulo aggiuntivo.
Quindi se inseriamo un numero di eredi che va da uno a tre, non avremo bisogno di moduli aggiuntivi. Ma se dovessimo inserire quattro eredi, avremo necessità di utilizzare un modulo aggiuntivo per inserire il quarto erede. Stesso discorso se dovessimo inserire sette eredi…avremo la necessità di utilizzare tre moduli del quadro EA.
Tutto questo discorso (che rimane valido anche per gli altri quadri, dove andremo a inserire i beni ereditati) per spiegarvi che gli eredi vengono identificati all’ interno del quadro EB in base ai loro identificativi del quadro EA, ossia rigo e modulo relativo. Facciamo un esempio.
Partiamo dal nostro esempio base. Abbiamo due eredi, per cui ci basta un solo quadro EA e quindi un unico modulo. Quindi abbiamo detto che ogni erede si identifica dal numero di rigo appartenente ad ogni modulo di quadro EA. Quindi avremo che il primo erede sarà il primo (1) del primo modulo (1). Scusate le ripetizioni ma mi serve per farvi capire il nesso.
Il secondo erede (2) sarà il secondo del primo modulo (1). Continuando il ragionamento avremo che un ipotetico terzo erede (3), sarebbe il terzo del primo modulo (1).
Quindi nel campo n° 27 andiamo a inserire il numero di rigo corrispondente all’ erede. Nel campo n° 28, invece inseriamo il numero del modulo che contiene il rigo. Supponiamo adesso che gli eredi siano quattro. Preso atto che in ogni modulo del quadro EA possiamo inserire sino a tre soggetti, mi pare chiaro che il quarto erede andrà inserito in un modulo aggiuntivo, che sarà il numero 2.
Allora…abbiamo capito come identificare i primi tre soggetti del primo modulo EA. Vediamo di capire come possiamo identificare il quarto erede. Il quarto erede, verrà inserito nel primo rigo del secondo modulo giusto? Quindi nel campo 27 (rigo) inseriamo il n° 1. Nel campo n° 28, che rappresenta il numero di moduli EA utilizzati che numero andremo a inserire? Penso che abbiate capito, ad ogni modo trovate la risposta nelle immagini sottostanti. Non fate caso ai dati degli eredi inseriti (alcuni sono uguali).
Fate piuttosto attenzione, ai numeri dei moduli e alla numerazione dei righi.Il quarto erede, verrà identificato nel quadro EB, con rigo n° 1 e modulo n° 2 ok? Nelle immagini che potete ingrandire sotto vi riporto due esempi e quindi due immagini.
Il primo esempio riguarda il caso in cui in successione ci siano due eredi che ereditano un terreno. Nel secondo esempio, invece avremo la presenza di quattro eredi.
Conclusioni
Bene….abbiamo visto in maniera molto generale, Il quadro EB, dedicato all’ inserimento dell’ attivo ereditario, per quanto riguarda i terreni.
Se hai qualche dubbio, o vuoi lasciare un segno del tuo passaggio, lasciami un commento…grazie!
Puoi vedere un esempio facendo click qui sopra.
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BUONGIORNO.
SE I TERRENI NON EDIFICABILI SONO PIU’ DI 2 BISOGNA FARE AVANTI E GENERARE IL MODULO 2?
GRAZIE ANTICIPATAMENTE.
Buongiorno, un dubbio su compilazione quadro fabbricati.
Decesso coniuge in comunione dei beni, al catasto risulta casa e box intestati solo ad un coniuge, perchè al momento dell’atto ero solo io presente. Come mi devo comportare nella compilazione ? Ho inserito nel possesso del del de cuius la metà del possesso ovvero 50% ma risulta scartata la dichiarazione. Mi viene il dubbio che i due fabbricati non siano da inserire per la successione.
Buon giorno.
come si inseriscono i fabbricati rurali che non hanno rendita catastale visto che il programma non ammette il valore zero?
Buongiorno,
non riesco ad aggiungere gli altri eredi nel quadro EA
Dove va inserito il diritto ad un bene futuro? Si tratta del caso in cui il de cuius ha ceduto un terreno in cambio di una villetta