Rappresentazione e accrescimento nel’ eredità
La rappresentazione e l’ accrescimento sono due istituti che spesso incontriamo quando parliamo di eredità
La rappresentazione e l’ accrescimento sono due istituti che spesso incontriamo quando parliamo di eredità
La rappresentazione e accrescimento sono due istituti che spesso incontriamo quando ci imbattiamo in una dichiarazione di successione. E’ d’ obbligo conoscerli.
Articolo scritto dal Geometra Pino Caddeo
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Ultimo aggiornamento: Domenica Dicembre 26, 2021 17:38
Quando un soggetto, chiamato al’ eredità sia per legge o sia attraverso un testamento, non voglia (Soggetto rinunciatario) o non possa (Soggetto premorto) per qualsiasi motivo accettarla può trovare applicazione l’ istituto della rappresentazione oppure del’ accrescimento, a seconda dei casi.
La rappresentazione è quel’ istituto giuridico, in base al quale determinati soggetti, ben individuati dalla legislazione, subentrano al posto del chiamato al’ eredità che non vuole o non può accettare.
La rappresentazione ha luogo in linea retta a favore dei discendenti dei figli legittimi, legittimati e adottivi nonchè dei figli naturali del defunto e in linea collaterale a favore dei discendenti dei fratelli e delle sorelle del defunto.
Cosa vuol dire spiegato in parole semplici? Facciamo due esempi uno riguardante la linea retta e uno riguardante la linea collaterale.
Come ho scritto sopra la rappresentazione in linea retta riguarda i discendenti dei figli. In sostanza i rappresentanti sarebbero i nipoti in inea retta.
Supponiamo di avere il soggetto A che ha due figli B e C i quali a loro volta abbiano ognuno un unico figlio (sarebbero nipoti in linea retta di A in quando discendenti diretti). Ora supponiamo che A muoia e vediamo di ipotizzare alcune situazioni.
Si potrebbero presentare diversi casi e cioè:
1 – I figli di A ancora in vita ereditano, o meglio vengono chiamati (c’ è differenza tra erede e chiamato) il patrimonio di A in parti uguali, sempre che non vi sia testamento in favore di uno dei due figli
2 – Uno dei due figli o entrambi potrebbero essere premorti al padre A
3 – Uno dei due figli o entrambi potrebbero rinunciare al’ eredità del padre A
Lasciando stare il caso n° 1 che è una situazione di norma diciamo andiamo ad esaminare i casi 2 e 3.
Nel caso n° 2 se uno dei figli di A fosse premorto o volesse rinunciare all’ eredità del padre, in che maniera questa si devolverebbe? Andrebbe forse tutto il patrimonio al’ unico figlio rimasto in vita? Niente affatto…l’ eredità si divide sempre per due (per stirpi in questo caso) ossia il numero dei figli.
Solo che in un caso simile una quota andrebbe direttamente al figlio di A e l’ altra andrebbe al nipote di A. Il nipote di A dunque fa le veci del padre premorto, ossia prende la quota che sarebbe spettata a suo padre. Questo è l’ istituto della rappresentazione spiegato in parole povere.
Se a rinunciare fosse uno o entrambi i figli di A si avrebbe la stessa cosa, ossia subentrerebbero per rappresentazione i figli, i quali se anch’ essi non volessero l’ eredità dovrebbero rinunciarvi.
la rappresentazione è bene rimarcarlo si ha solamente in favore dei discendenti dei figli per quanto riguarda la inea retta e in favore dei discendenti dei fratelli in linea collaterale. Non si ha l’ istituto della rappresentazione in altri casi.
Più sotto vediamo chi sono i parenti in linea retta. Supponendo che muoia bisnonno e nel caso che nonno sia premorto o rinunciatario subentrerebbe il padre, se anche il padre fosse premorto o volesse rinunciare subentrerebbe il figlio, se anche il figlio fosse premorto o volesse rinunciare erediterebbe il nipote e cosi via sino all’ infinito in teoria.
L’ istituto della rappresentazione in linea collaterale come dicevo sopra si ha in favore dei discendenti dei fratelli. Quale potrebbe essere il caso? Il caso potrebbe essere quando ad ereditare o a essere chiamati al’ eredità, invece che i figli siano i fratelli.
Capita, purtroppo, abbastanza spesso di ereditare da un fratello soprattutto quando il fratello che muore non ha figli, oppure è sposato ma senza figli. Nel caso che il fratello non sia coniugato o non abbia figli e non abbia più i genitori, l’ eredità si devolve tutta a favore dei fratelli superstiti.
Se invece il fratello è coniugato e senza figli e nel caso non abbia fatto testamento all’ altro coniuge, per legge i 2/3 vanno al coniuge superstite e 1/3 va a dividersi in parti uguali tra i fratelli.
Giusto per far capire l’ istituto della rappresentazione in linea collaterale supponiamo un esempio semplice e cioè che un fratelo morendo lasci solamente un fratello e un nipote (figlio di un fratello del de cuius premorto). In questo caso a chi andrà l’ eredità?
All’ unico fratello rimasto in vita forse? Se avete seguito il ragionamento fatto prima credo che abbiate gia capito che l’ eredità si dividerà per legge nel seguente modo e cioè metà al fratello ancora in vita e l’ altra metà al nipote in linea collaterale ossia al figlio del fratello premorto.
Da quanto detto sopra cosa riusciamo a capire? Una cosa molto semplice e cioè che i rappresentanti, ossia coloro che subentrano al posto di chi premuore o di chi rinuncia al’ aredità in sostanza sono i loro discendenti diretti cioè i figli di chi è premorto o ha rinunciato all’ eredità.
Per capire il rapporto in linea collaterale guardiamo l’ IMMAGINE sottostante. I soggetti A, B, E, H cosi come A, B, E, I ecc. hanno un rapporto in linea retta ossia discendono l’ uno dall’ altro e cioè B discende da A, E discende da B cosi come D ecc. questo è il classico rapporto in linea retta.
Invece osserviamo adesso B con C. Come vedete non discendono l’ uno dall’ atro in quanto sono fratelli. per la legge sono parenti di secondo grado (contate le linee partendo da C per arrivare a B o viceversa). Questo è un rapporto in linea collaterale.
Ai sensi dell’ art. 469 del codice civile, la rappresentazione ha luogo all’ infinito siano uguali o disuguali il grado dei discendenti ed il loro numero in ciascuna stirpe. Ossia facendo riferimento al primo esempio, se anche il nipote in linea retta fosse premorto, subentrerebbe se ci fosse, suo figlio ossia il pronipote di A e cosi via appunto sino all’ infinito.
Sempre facendo riferimento al primo esempio se il figlio premorto non dovesse avere figli che succede? Allora in questo caso erediterebbe tutto il patrimonio l’ unico figlio superstite. Entra in gioco in questo caso l’ istituto dell’ accrescimento che vedremo più avanti.
Vorrei precisare una cosa che credo sia importante per quanto riguarda l’ imposta di successione. Per quanto riguarda i discendenti in linea retta coloro che subentrano al posto del padre o della madre premorta godono degli stessi diritti e franchigie in materia di imposta di successione di cui avrebbero goduto i loro genitori, mentre per quanto riguarda i nipoti in linea collaterale (l’ esempio che abbiamo visto più sopra relativamente ai fratelli) non possiamo dire la stessa cosa.
Giusto per capirci facciamo un altro esempio. Un nipote in linea retta che eredita al posto del padre premorto e quindi direttamente dal nonno gode di una franchigia sull’ imposta di successione di 1.000.000 di euro cosi come avrebbe goduto il padre se avesse ereditato.
Cosa significa? Ne abbiamo parlato ampiamente nella pagina dedicata all’ imposta di successione. Significa semplicemente che si paga imposta di successione solamente se l’ erede in linea retta eredita più di 1.000.000 di euro e sul di più del suo valore.
Esempio: erede in linea retta che eredita 1.200.000 paga imposta di successione solo sul valore eccedente la franchigia di 1.000.000, ossia solamente su 200.000 euro.
Guardando l’ IMMAGINE sottostante, sia che erediti nonno, padre, figlio o nipote tutti potranno beneficiare della franchigia di 1.000.000 di euro questo perchè la legge prevede che i parenti in linea retta ne possano usufruire.
Un nipote in linea collaterale ossia che eredita da uno zio (fratello del padre premorto) non può invece godere della franchigia di cui avrebbe potuto godere il padre. La franchigia per i fratelli come sappiamo equivale a una cifra inferiore rispetto ai parenti in linea retta e precisamente ammonta a euro 100.000.
Dunque se eredita direttamente un fratello può sfruttare la franchigia di 100.000 euro…esempio fratello che eredita valore per 120.000 euro pagherebbe imposta di successione, solamente sul valore eccedente la franchigia di 100.000 euro ossia su 20.000.
Se invece il fratello premuore o rinuncia e subentra il figlio, quest’ ultimo non potrà godere della franchigia e pagherà imposta di successione su tutto il valore ereditato.
Guardando sempre l’ IMMAGINE sottostante supponendo che muoia D, e supponendo ancora che non vi siano altri eredi all’ infuori di E (fratello) e supponendo ancora che E sia premorto o non voglia accettare l’ eredità del fratello, tutto il patrimonio si dividerebbe per legge (sempre che non vi sia un testamento a favore di qualcun altro) tra i figli di E ossia G, H e I.
Questi ultimi sarebbero nipoti in linea collaterale che non potrebero usufruire della franchigia di 100.000 euro di cui abbiamo parlato più sopra, per cui pagheranno l’ imposta di successione qualsiasi sia il valore ereditato.
Bene Signori, abbiamo visto in questa pagina cosa sia la rappresentazione e accrescimento. Spero di esservi stato utile. Se hai ancora qualche dubbio puoi lasciare un commento sotto.
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Salve io vorrei fare riferimento al vostro schema:
Io mi trovo nella situazione che è appena morto C, io e mia sorella siamo G e H di padre premorto, ma D ancora in vita,
L eredità come viene suddivisa?
Grazie.
Bisognerebbe capire se B è ancora in vita. Se fosse così erediterebbe tutto B. In caso contrario opererebbe l’ istituto della rappresentazione e l’ eredità si dividerebbe per metà a D e per l’ altra metà a voi G e H in parti uguali.